sabato 7 novembre 2015

[9:27am]

Essere chi si vuole essere o chi si è. Li sta il punto. Chi sono? Sono come realmente sono o come mi piacerebbe essere? Non so se ciò che faccio lo faccio perchè ormai ho interiorizzato determinati comportamenti o perchè sono realmente fatta così. Il mondo è così "multitutto" che per una persona sola scegliere di scegliersi pare impossibile....lo è? Ho la possibilitá di scegliermi? Tra me stessa e Camilla c'è di mezzo la mente,quella parte dell'individuo che devo ancora capire se fa parte di me o ne è un'appendice. La mia mente pensa attraverso me o ha vita propria? Come posso conoscermi attraverso qualcosa che non so se mi appartiene? È una conversazione infinita di pensieri che mi assilano,era tutto molto più facile,quando pensavo di aver trovato la mia via,quando avevo capito chi ero. Ma lo avevo capito veramente? Forse ho solo perso quella strada,non avevo previsto che ci fosse una foresta di mezzo ma la via è ancora li o forse,più probabile, sono cambiata realmente e la vecchia via non va più bene. E siamo dinuovo da capo....è brutto quando più pensi di essere consapevole più l'unica consapevolezza chiara che hai è che non sai niente. Non sai niente perchè non c'è niente da sapere,non c'è qualcosa che è perenne,come a livello fisico un uomo si muove lo fa anche a livello spirituale,bisognerebbe solo accettare che non si possono avere le redini semplicemente perché non esistono,si può solo osservare e dare un giudizio di favore o sfavore su che cosa accade. E ora sono convinta che sia così,ma sulla base di che cosa posso dire che è giusto? Nessuno ha le istruzioni di come si viva e ho paura di aver sbagliato e perdere tempo. Nel lasso di tempo dalla nascita alla morte bisognerebbe scegliere se pensare o vivere,sono due cose troppo complicate da unire per una persona sola e visto che nessuno ha chiesto di essere messo al mondo almeno dovrebbero lasciare queste due opzioni. E invece veniamo mandati ad una interrogazione di cui nessuno ci aveva avvisato,di cui non conosciamo nemmeno per sentito dire i contenuti e a cui rispondiamo alla buona; Quando vorremmo avere una precisione chirurgica,quando vorremmo aver studiato come mai prima per essere orgogliosi dei risultati. La vita è come una sigaretta mezza spenta,che ti fa infuriare ma per cui continui ad avere la speranza di tirare qualcosa. Ovviamente c'è chi va meglio e chi va peggio,che viene aiutato,chi ha i bigliettini...e poi ci sono io,che devo ancora capire la domanda. Ho scelto una delle due materie,quella del pensare,ma chi me lo dice che poi non me ne pentirò o che ancora peggio avrò sbagliato tutto? Mi sento una vecchia giovane,una persona che ormai non ha più tempo e si pente di averlo perso senza pensarci,ogni giorno passato è un giorno perso e per quanto nella teoria dovrei averne ancora tanti davanti a me,essi sono comunque persi: lunedì 6 febbraio 2008 è perso,il natale scorso è perso e chissá cosa avrei potuto farne se solo ci avessi pensato... ora sto scrivendo il mio passato ma ho paura che continuando a pensare a come dovrebbe essere non farò mai ciò che deve essere:Vita. Pensare, immaginare, secondo Leopardi dice che sia meglio,ma se fra tutta la bruttezza del mondo ci fosse una 'malinconica bellezza'? Come possiamo scegliere di abbandonare tutto a scatola chiusa? I salti nel vuoto non hanno certezze,non puoi decidere che andrá male,come non puoi decidere che andrá bene....non si puó decidere,punto. Lasciar scorrere,perdere tutto per raccogliere un lontano miraggio o raccogliere tutto e rischiare di perderlo all'ultimo.

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