venerdì 17 ottobre 2014

[21:05]

Mi manca il tempo. Per fare cosa? Vivere. Ho perso tutto l'interesse per la vita,é come se avessi consumato tutto ciò che c'era al mondo per me.
Ma esiste veramente un momento in cui "é l'ora" di morire? Un momento in cui si può abbandonare la vita senza rimpianti? Io non penso sarei capace di andarmene con convinzione,avrei sempre qualcosa a cui ripensare... insomma,non riesco nemmeno a vivere con convinzione, come potrei morire? Ogni cosa che faccio é un dubbio perenne, penso di non essere così certa nemmeno che 2+2 faccia 4.
E poi mi chiedo: cos'é la morte? Se vuol dire "smettere di vivere", io conosco tanta gente che se ne va in giro morta allora, anzi loro non hanno proprio mai iniziato a vivere: esistono. Come un sasso o una pigna, ma non deve essere fantasmagorico essere confrontati ad una pigna.
Insomma,sono dell'idea che per vivere bisogna sapersi porre delle domande. Vive colui che capisce di esserci, insomma che vive,diamine è chiaro.
Un sasso (senza esserne consapevole) aspetta di frantumarsi e divenire sabbia; Una persona che esiste passa il suo tempo facendo cose consuete, tutto la tocca, ma lei non tocca nulla.
E mi spaventa un po',cioé inizio a sentirmi come un "esistente" ...sto abbandonando la vita, sto allontanando tutto ciò che una volta amavo.
C'é una differenza però:ne sono consapevole. É come un viaggio della mente... rifletto troppo, penso alle cose finché non si disintegrano e non c'é più niente di pensabile. Ma per quanto tutto questo sia ammirevole, non si può vivere di sola logica. Perché per essere autonoma essa manca di una cosa: i sentimenti. La logica non é sincera nel caso della vita perché per vivere bisogna provare qualcosa.
E io qualcosa non lo provo più. Mi sono persa per strada i puntini delle "i" della vitá, sono morti o almeno stanno dormendo profondamente.
Affogo nella vita perché ho perso i remi della zattera e un'onda improvvisa mi ha buttata in acqua.
Qualcuno mi ricorda cos'é la felicitá? O la tristezza? E l'amore? E la rabbia? 

giovedì 16 ottobre 2014

[20:50]

Siamo pieni di citazioni,privi di senso. 
Si sà, tutti ci sentiamo dei grandi filosofi quando citiamo qualcuno o qualcosa. Eppure c’è una bellissima proporzionalità: per quante siano le citazioni che conosciamo,meno sarà il senso o lo scopo che noi attribuiamo ad esse. Amo quella gente che ti dice che il mondo è brutto,che gli uomini sono tutti stronzi,che le donne sono false e,che ci sta sempre bene:’tu sei speciale,sono gli altri che non lo capiscono’. Oh,grazie per questo rincuoro. Ora starò molto più tranquilla sapendo che non è che sono brutta e stupida,ma è perché gli altri non mi capiscono….insomma,mi automanderò a Voyager o Mistero,magari mi dicono che sono aliena. 
Non sempre,a che che se ne pensi,le frasi fatte vanno bene. Non si può sempre consolare con le solite frasi. Se sono depresso vuol dire che voglio attenzioni,non frasi-sciaquetta…

E non penso nemmeno che per qualche strano motivo ciò che dicono debba essere veritiero. Insomma,il mio senso maschilista mi farà anche essere maschilista,ma non tutti gli uomini sono stronzi,è che è bello sentire le attenzioni degli altri quando noi ci disperiamo. E il mondo è brutto se tu ogni mattina ti svegli e,come me,la prima frase che dici è:’Porco dio anche oggi mi son svegliata’ …vi assicuro che poi la giornata nemmeno con le gocciole prende una bella piega. E non sei speciale,se come tutti gli altri…solo che dare la colpa ad una cosa fuori dalla tua portata è meravigliosamente leggero per l’animo. 

 Sulle donne false…beh….ho detto che non devono essere tutte vere….ma neanche nessuna! E che ogni tanto ci dovremmo preoccupare meno di quello che stiamo per dire e più di quello che non vogliamo dire….Ti piace un tuo amico? Invece che mandarlo dalla prima troia del giro, diglielo. Che poi tanto basta dire che eri ubriaco(il potere dell’alcool!) 

Ma il problema ora è ben altro…Perché dobbiamo illuderci con citazioni che andavano bene per qualcun altro? Non ci tengo ad appropriarmi delle situazioni altrui. E soprattutto,non illudiamo a vicenda. Sentirsi dire che si è speciali ma poi essere soli come dei cani non so se è tanto meglio che credere di essere dei cessi.

Oltre l'orizzonte

Vivo in montagna.
Per sapere cosa c'è oltre,devo salire in quota.
Devo alzarmi per vedere cosa mi sto perdendo.
Come nella vita,insomma. Per quanto tu possa cercare di vedere le cose oggettivamente,devi spostarti per capire cosa succede. Quando raggiungi la cima,trovi molto di più di ciò che ti potevi aspettare. Non ci si può fermare a ciò che rimane sempre vicino,alle notizie e ai fenomeni sempre vicini...perchè non è vita,non è libertà!
Fermarsi a questo vuol dire esistere e di questo sono capaci anche i sassi...ma visto e considerato che come esseri umani abbiamo la possibilità di avere qualcosa in più credo che si possa fare qualcosa per giungere ad esso. Anzi,è un onore,certo,ma anche un onere: come uomini dobbiamo sopravvalutarci, Siamo si animali,ma per qualche motivo noi ne abbiamo la consapevolezza,sappiamo cosa siamo...o almeno ci poniamo il problema.
E questo ci rende liberi. La libertà non è il poter fare qualunque cosa, ma avere la consapevolezza di essere e esserlo in un certo ambiente. Insomma l'uomo di per se dovrebbe essere libero. E non sto parlando quindi di libertà e di uguaglianza,non sto disquisendo sulla giustizia fra uomini, perchè secondo questa concezione è libero anche uno schiavo.perchè sa di esserlo. Ma c'è anche da dire che secondo questa concezione non esisterebbe superiorità di alcun genere, perchè se io so che per rimanere nella mia condizione ho bisogno che anche tu rimanga al mio stesso livello,per non giungere ad uno scontro che porterebbe entrambi a perdere il proprio status di libertà, non cercherò mai di sottometterti e, anche nel caso che ci provassi, non ne avrei la possibilità.
Perchè qualunque sottomissione al mondo si basa sull'ignoranza, sulla non consapevolezza del sottomesso.
Ma queste sono solo le divagazioni di una persona che non ha ne la voglia ne il coraggio di fare qualcosa perchè le cose vadano come dovrebbero,o come vorrebbe che andassero.
Ma se poco a poco tutto questo venisse preso in considerazione da altre persone,se altre persone avessero il coraggio di salire sulla montagna e prendere consapevolezza di chi sono in questo mondo, sarebbe già una piccola rivoluzione, almeno nel pensiero.

"O resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai".






martedì 14 ottobre 2014

[20.03]

Si continua a dire che con certa gente non bisogna parlare dei propri affari,ma poi siamo i primi a cercare queste persone per lamentarci dei nostri problemi...
Per sentirci al centro dell'attenzione,anche se questa è negativa; siamo come cani che VOGLIONO mangiarsi la coda per potersi lamentare del dolore.Ma non riesco più a uscirne. A stare bene intendo...Anche se le cose mi vanno bene,sento che qualcosa non va. E' come se per ogni cosa bella me ne dovesse accadere una brutta come punizione! Ecco! Proprio così,mi sento in colpa ad essere felice,e per questo cerco di capire cosa ho sbagliato...anche se di sbagliato realmente non c'è niente!

Più punti spunto come giusti,più l'unico sbagliato mi sento proprio io. Così mi estraggo dall'equazioni e faccio crollare tutto. Ma oramai ho provato qualunque soluzione: ho provato ad astrarmi;ho provato ad essere simpatica; ho provato ad essere simpatica e astratta. Ma niente. La felicità non arriva mai da sola. Percui mi chiedo: aveva ragione Leopardi o sono solo io a cercare più la sofferenza che la felicità? E' questo che chiedo a voi. Ma soprattutto,Perchè? Perchè non arrivano mai al momento giusto le cose? Magari non è la situazione a non andare bene,bensì noi che ci convinciamo di ciò..... 

[18:07]

La prova più grande del coraggio è ammettere di essere dei vigliacchi. Fatti di carne e lacrime come gli altri. Ammettere di non farcela. Spingersi oltre il limite è solo una ricerca di attenzioni,cercare compassione e ammirazione negli altri perchè in noi non ne troviamo abbastanza...per gli hopossum il coraggio(quello del 'valore') è per gli stupidi,e io penso di essere un po' hopossum.E anche una gran vigliacca,sento tutto il mondo che ripete quanto sia ammirevole soffrire e poi rialzarsi e migliorare...esattamente il contrario di ció che faccio io insomma. Invece di rialzarmi mi sono scavata un bunker antisofferenze e ogni tanto esco con il mio piccolo carroarmato. Ho sempre pensato che questo fosse segno di fortezza d'animo,che prendere il controllo sugli altri fosse un mo per riprenderlo anche su di me. E invece non è facendo soffrire gli altri che soffri meno tu,è solo un passatempo per sviare i pensieri dal tuo dolore.Allontanare le persone,fare la stronza,insomma essere me è solo una medicina che allevia i sintomi,ma non li combatte,è come dire 'ci penseró più tardi'.
Ma voglio vedere chi poi pensa sulserio a tutto,tutto quello che si è trascinato fino a quel momento.
Ho sempre pensato che fosse giusto prendersela anche con chi non mi aveva fatto nulla,tanto perchè caritatevolmente volevo insegnargli che l'unica cosa positica che può darti la gente è un calcio in culo.E invece l'unica cosa che ho insegnato è che è meglio starmi alla larga. La cosa non mi dispiace in fondo,se non c'è nessuno intorno a me non posso soffrire o far soffrire nessuno...insomma,tengo le persone alla larga anche per non farle soffrire perchè anche quando non vorrei lo faccio,è la pecca di aver sempre recitato la parte della cattiva: cattiveria dopo cattiveria ho perso il potere su me stessa,siamo in due ed io sono in un angolo sequestrata dalla stronza.
E' un rapporto di amore odio,perchè per quanto so che non sia una buona persona,non riesco a fare a meno di lei.Sto annegando nella vita,un po' alla volta sto perdendo di vista l'uscita da quest'odio,non mi farebbe male una mappa.